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In 30mila allo sciopero della CGIL in Calabria

 

Hanno aderito in 30mila alle manifestazioni per lo sciopero in Calabria

12 dic 08 Lo sciopero generale in Calabria ha registrato una grande adesione e partecipazione alle cinque manifestazioni provinciali nonostante la pioggia: lo afferma in una nota il segretario regionale della Cgil, Sergio Genco. "Circa trentamila lavoratori, pensionati, precari, studenti e migranti hanno sfilato per le vie delle Città e partecipato ai comizi conclusivi tenuti dalla CGIL.In molti settori delle attività produttive, come l'agricoltura, l'edilizia ed i servizi la percentuale dell'astensione dal lavoro è andata oltre il 50% degli addetti". Ecco i dati di adesione di alcune aziende: la LASOLPRE, di proprietà del presidente della CONFINDUSTRIA di Catanzaro, dove l'adesione è stata pressocché totale, il PORTO di GIOIA TAURO dove l'adesione al primo turno a superato il 50% della forza lavoro, la ditta GRAZIANI di Crotone, del settore metalmeccanico con una adesione del 100%, l'AFOR (ex fondo sollievo) di Vibo Valentia con il 60% delle adesioni, il Comune di LONGOBUCCO con l'adesione totale dei dipendenti, i centri per l'impiego della Provincia di Cosenza, sono rimasti completamente chiusi, l'ACEM di Reggio Calabria con una adesione totale. "Con lo sciopero e le manifestazioni - dice Genco - si è mobilitata una Calabria che non si rassegna alla sconfitta e alla marginalità sociale ed economica, che assieme alla CGIL reagisce per contrastare l'indirizzo economico del governo nazionale e i provvedimenti dannosi contenuti nella legge finanziaria di tagli allo stato sociale, alla scuola, all'università, agli enti locali.Tagli che privano il mezzogiorno e la Calabria delle necessarie risorse finanziare, che vengono sottratte e trasferite nelle aree più forti del Paese, e che bloccano i lavori di realizzazione della autostrada Salerno-Reggio Calabria, della statale 106, delle trasversali. Una iniziativa di lotta, quella promossa dalla CGIL, che ha rimesso al centro dell'attenzione delle forze politiche e del Governo Nazionale le vere priorità ed emergenze che oggi vive il Paese: far ripartire lo sviluppo, il lavoro, aumentare le pensioni, combattere la precarietà e rafforzare il sistema dei diritti"

Dalla crisi effetti devastanti. Avrà degli effetti devastanti in Calabria la crisi economica. A denunciarlo stamani a Catanzaro sono i rappresentanti sindacali della Cgil nel corso della manifestazione dello sciopero, una delle cinque in corso in tutta la regione (oltre a Catanzaro manifestazioni sono previste a Reggio,Cosenza,Vibo e Crotone). "Ci sono aziende che stanno già subendo - ha detto il segretario provinciale della Cgil, Alfredo Iorno - gli effetti devastanti della crisi. Avremo situazioni difficili in tutta la Calabria dove la situazione in precedenza già era in condizioni precarie. Il Governo deve intervenire aiutando l'economia reale, incentivando la ricerca e puntando sul mondo universitario". Alla manifestazione, nonostante le pessime condizioni meteorologiche, hanno partecipato centinaia di persone. All'iniziativa erano presenti anche una folta delegazione di studenti universitari e delle scuole medie superiori che hanno ribadito il loro no alla riforma scolastica. "Nelle settimane scorse - ha concluso Iorno - abbiamo tenuto numerose assemblee nei luoghi di lavoro e ci siamo accorti delle difficoltà che vivono quotidianamente le famiglie calabresi. Il problema della seconda e terza settimana in realtà non è sentito solo per effetto della crisi ma si avvertiva già da diverso tempo. Continueremo ad incalzare il Governo affinché ci siano interventi mirati a sostegno delle famiglie".

Sbarra “Bassa partecipazione”. Le manifestazioni in Calabria. Per Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl, "la bassissima adesione dei lavoratori calabresi allo Sciopero Generale della Cgil nel settore pubblico e nel privato e la debolissima partecipazione alle manifestazioni programmate a livello provinciale è un messaggio chiaro e forte del mondo del lavoro che pretende un'azione sindacale centrata sulla autonomia, sulla contrattazione e concertazione capace di negoziare con tutti i governi e le controparti imprenditoriali per conquistare risultati concreti rispetto ai bisogni ed ai problemi dei lavoratori, pensionati, precari, giovani disoccupati. Non vogliamo cadere nella trappola legata alla "guerra dei numeri "sulla partecipazione, i dati ufficiali parlano chiaro, rispettiamo quanti hanno deciso di aderire, riflettiamo e dovrebbe riflettere soprattutto la Cgil come la giornata di mobilitazione generale sia stata per la Calabria una giornata di normalissimo lavoro per migliaia e migliaia di lavoratori nelle aziende, sui cantieri, negli uffici, in tutti i settori e nelle categorie produttive". --- Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ha partecipato questa mattina al corteo indetto dalla Cgil a Catanzaro per testimoniare l'adesione alle richieste del mondo del lavoro, dei precari e dei pensionati italiani. "Ho preso parte alla manifestazione - ha detto il sindaco - perché mi sembra che la situazione sia talmente grave da necessitare risposte immediate per i lavoratori, gli anziani e le fasce più deboli della popolazione. Sono d'accordo - ha proseguito Speranza - con il segretario generale, Guglielmo Epifani, quando afferma che bisognerebbe mettere in campo una manovra per destinare le somme di almeno 1 punto del Prodotto interno lordo, come fanno gli altri governi europei, per ridurre le tasse dei lavoratori dipendenti e pensionati, in modo strutturale e non occasionale". ---I dipendenti del Centro per l'Impiego di Cosenza aderiscono allo sciopero indetto per oggi "allo scopo di sensibilizzare l'attuale governo ad assumere un atteggiamento più consono a ciò che compete ad un tale organo dello stato in un qualsiasi paese a democrazia avanzata quale aspira a diventare anche il nostro. L'irriverenza e l'arroganza dei soggetti politici al governo rispetto a ogni proposito di dialogo proveniente dai partiti di opposizione e contro chi, a ragion veduta, argomenta, con le adeguate forme del dialogo e del confronto dialettico, delle criticità motivate sulle politiche fin qui intraprese, con l'aggravante di essere etichettato come ideologicamente avverso alle idee di libertà, ci induce a rilevare elementi che mettono in discussione l'andamento democratico del destino politico a cui va incontro l'intera nazione in questo preciso momento storico. La nostra protesta si inserisce, quindi, nell'elenco delle rivendicazioni democratiche fin qui tracciato dalle parti sociali, escluse aprioristicamente dall'ambito del dibattito sulle questioni più urgenti, della partecipazione a fornire contributi risolutivi ad un politica condivisa verso le decisioni importanti con cui far fronte alle ricadute materiali della crisi finanziaria in atto".

 

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