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Processo Fortugno
Processo Fortugno, fissata per il 26 gennaio la Camera di Consiglio. I difensori “Presunti mandanti, eresie giuridiche” 23 dic 08 E' stata fissata per il 26 gennaio la data
d'inizio della camera di consiglio della Corte d'assise di Locri per
l'emissione della sentenza per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio
regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Lo ha stabilito il presidente
della Corte, Olga Tarzia, fissando il calendario delle prossime udienze.
La ripresa del processo e' stata fissata per il 7 gennaio, giorno
in cui parlera' l'ultimo difensore, l'avvocato Eugenio Minniti, che
assiste Domenico Audino, accusato di concorso nell'omicidio e per
il quale l'accusa ha chiesto l'ergastolo. Per il 22 gennaio e' fissata
la replica dei pubblici ministeri, Mario Andrigo e Marco Colamonici,
mentre il 26 ci saranno le controrepliche dei difensori, a conclusione
delle quali la Corte si ritirera' in camera di consiglio. L'avvocato
Antonio Manago', difensore dei presunti mandanti dell'omicidio, Alessandro
e Giuseppe Marciano', nel corso dell'udienza di oggi ha concluso la
sua arringa sostenendo che ''le indagini non sono state fatte a 360
gradi. Quella del pentito Domenico Novella, secondo cui Alessandro
e Giuseppe Marciano' sarebbero stati i mandanti dell'omicidio, e'
solo una deduzione non dimostrata con circostanze e fatti. In realta'
non esiste, allo stato, un mandante dell'omicidio Fortugno perche'
l'accusa contro i Marciano' e' assolutamente inconsistente. Chiedo
quindi la loro assoluzione'' I difensori “presunti mandanti, eresie giuridiche”. "Stiamo assistendo ad eresie giuridiche in tema di impianto accusatorio, soprattutto per quanto riguarda ciò che ha riferito il collaboratore di giustizia Domenico Novella". Lo ha detto l'avvocato Antonio Managò, difensore di Alessandro e Giuseppe Marcianò, ritenuti i presunti mandanti dell'omicidio di Francesco Fortugno, nell'arringa del processo in corso a Locri. Giuseppe Marcianò, secondo l'accusa, avrebbe partecipato all'omicidio accompagnando il presunto killer, Salvatore Ritorto, a Palazzo Nieddu di Locri, dove avvenne l'omicidio. "Questo processo non si doveva fare - ha aggiunto Managò - e gli imputati andavano prosciolti già nella fase delle udienze preliminari. Non c'é alcun collegamento, inoltre, tra i miei assistiti e la Fiat Uno rubata ad Ardore il 16 ottobre del 2005, giorno dell'omicidio". Richiamandosi ad alcune sentenze della Corte di Cassazione, che hanno smontato processi basati su dichiarazioni di collaboratori, Managò ha ipotizzato che lo stesso possa accdere per il processo Fortugno.
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