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Catturato il boss De Stefano, latitante dal 2003

Colpo grosso della Questura di Reggio: catturato il boss De Stefano. Latitante dal 2003 era con moglie e figli

10 dic 08 Latitante dal 2003, due condanne definitive per complessivi 28 anni di reclusione inflittegli dai tribunali di Messina e Reggio Calabria per traffico di sostanze stupefacenti ed associazione mafiosa; un'ulteriore condanna in primo grado a 30 anni di reclusione comminatagli dalla Corte d'assise di Reggio Calabria per omicidio, rappresentano il curriculum di Giuseppe (Peppe) De Stefano, figlio del defunto boss Paolo, che la sezione catturandi della squadra mobile di Reggio Calabria ha individuato e bloccato oggi poco prima delle 14 in un appartamento di un grande fabbricato ubicato nella zona Eramo, la zona alta della città. "La sua fuga - ha detto il questore Santi Giuffré durante l'incontro con i giornalisti - durava da oltre cinque anni e si é conclusa nel primo pomeriggio di oggi grazie ad un grosso lavoro portato avanti dalla Squadra mobile. L'arresto di Giuseppe De Stefano, che era indicato tra i primi 30 latitanti più pericolosi d'Italia, è certamente un anello grosso della catena criminale di questa città". Il capo della Squadra mobile Renato Cortese ha tratteggiato la figura dell'arrestato, "sulle cui spalle erano ricadute le responsabilità di comando del clan De Stefano che certamente possiamo definire uno dei casati storici della storia della 'ndrangheta calabrese''. Renato Cortese, inoltre, ha fornito alcuni particolari dell'operazione che hanno condotto alla cattura di Giuseppe De Stefano. "Abbiamo seguito per tanto tempo un sorvegliato speciale suo fiancheggiatore che abbiamo arrestato. Si tratta di Giovanni Tavella, uno dei fedelissimi del boss latitante. Egli stesso abitava nello stabile dove abbiamo catturato De Stefano, al quarto piano. De Stefano invece, in compagnia della moglie e dei due figli, lo abbiamo individuato al sesto piano quando siamo riusciti a capire che in quell'appartamento vi erano certamente dei bambini. Giuseppe De Stefano infatti, nelle festività principali e durante i periodi estivi era solito ricongiungersi alla propria famiglia. Quando ha capito che lo avevamo raggiunto, ci ha aperto la porta, non ha fatto alcuna resistenza e ci ha riferito che non era in possesso di armi. Probabilmente - ha concluso Renato Cortese - Giuseppe De Stefano in queste ultime settimane aveva deciso di rimanere stabilmente nel suo territorio, forse a causa di alcune lotte intestine che si sarebbero verificate all'interno della sua cosca di appartenenza". Il procuratore capo della Repubblica Giuseppe Pignatone, durante l'incontro con i giornalisti in Questura, ha manifestato la propria "soddisfazione per il prezioso lavoro perseguito dalla squadra mobile. Oggi è stato conseguito un risultato di particolare valore perché Giuseppe De Stefano - ha sottolineato il procuratore Pignatone - significa top della 'ndrangheta. Siamo riusciti a raggiungerlo anche grazie a molti indizi fornitici a suo tempo dal collaboratore di giustizia Fiume a suo tempo uno dei suoi piu' fidati collaboratori. Da oggi in poi - ha proseguito Pignatone - cominceremo alacremente a lavorare per ulteriori obiettivi. Nei prossimi giorni comunque, con il prosieguo delle indagini, cercheremo di capire quali ripercussioni avranno gli assetti di mafia in città con l'arresto di Giuseppe De Stefano. Certamente andremo avanti, faticando anche per la limitatezza di risorse, poiché un punto é chiaro: i grandi latitanti preferiscono rimanere ancorati al territorio di origine. Quel legame è fondamentale per dirigere i traffici illeciti. Questa teoria trova conferma piena con quanto già avvenuto con la cattura di Pasquale Condello".

L'arresto. La Polizia di Stato ha arrestato a Reggio Calabria Giuseppe De Stefano, ritenuto il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta. De Stefano era inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi diramato dal Ministero dell'Interno. Giuseppe De Stefano è stato arrestato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria in un appartamento nel centro della città. L'uomo che ha 39 anni, è ricercato dal 2003 per associazione di stampo mafioso e altri reati. De Stefano deve scontare una pena a 10 anni di carcere.

Era con moglie e figli. Era con la moglie e i figli in un appartamento del quartiere Pietrastorta di Reggio Calabria, Giuseppe De Stefano, il latitante a capo della cosca omonima arrestato dalla squadra mobile. De Stefano, che si incontrava con la famiglia eludendo i controlli delle forze di polizia, quando e' stato arrestato non era armato

Al boss tolta la patria potestà. Giuseppe De Stefano, il boss della 'ndrangheta arrestato dagli agenti della squadra mobile a Reggio Calabria, aveva perso, proprio per la sua condizione di latitante, la patria potesta' sui suoi due figli. La decisione era stata adottata dal Tribunale dei minori di Reggio Calabria che aveva motivato sostenendo che "il padre finora appare essere rimasto estraneo all'educazione dei figli, che è stata gestita totalmente dalla moglie. Il suo prolungato stato di latitanza ha privato i figli dell'ineliminabile figura paterna e del ruolo che essa è chiamata a svolgere nell'equilibrata formazione del carattere". I giudici del Tribunale dei minori hanno sostenuto che la latitanza di De Stefano ha condotto ad una "pressoché sua totale assenza dalla vita dei figli e, quindi, in un atteggiamento che per i suoi gravi effetti sui figli medesimi, deve essere sanzionato con la perdita della potestà". Giuseppe de Stefano è figlio di Paolo, già a capo della cosca, che venne ucciso in un agguato nel 1985

Ministro Maroni “Prioritaria per il Governo la lotta alle mafie”. L'arresto del latitante Giuseppe De Stefano è l'ulteriore dimostrazione che le forze di polizia si stanno muovendo "sempre più verso il palese sradicamento definitivo di ogni forma di associazione criminale". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di una lunga telefonata con il capo della polizia Antonio Manganelli nella quale ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalle forze di polizia nei territori dove la presenza della criminalità organizzata è forte e radicata. Il ministro, che è in volo per New York dove incontrerà i vertici dell'Fbi e della polizia newyorkese ha ribadito che "é una priorità del governo la lotta alla mafia e di tutte le forme di criminalità organizzata". "Il percorso avviato ha come finalità la ricerca dei latitanti - ha proseguito Maroni - e questi non debbono più rappresentare espressione di alcun tipo di tolleranza della legalità" e, allo stesso tempo, "grandi sono l'impegno e l'attenzione profusi per colpire le ricchezze economiche accumulate dalle associazioni criminali"

Ministro Alfano “Sinergia magistrati forze dell’ordine”. ''Lo Stato è forte e aggiunge un altro tassello al piano di disintegrazione degli apparati criminali". Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, commentando con soddisfazione l'arresto del boss della 'ndrangheta Giuseppe De Stefano. ''L'eccellente operazione della Squadra Mobile di Reggio Calabria dimostra ancora una volta - sottolinea il guardasigilli - l'importanza del lavoro e dell'impegno sinergico di forze dell'ordine e magistratura. In particolare, il forte impegno dei magistrati ha consentito che, in poco tempo, diventassero definitive le condanne per i gravissimi reati di mafia e traffico di stupefacenti, che De Stefano, adesso, dovrà scontare". "Il Governo è fin qui riuscito a fornire le armi più idonee, sul piano legislativo, per combattere e vincere la battaglia contro il crimine organizzato. Abbiamo l'obbligo - conclude Alfano - di continuare su questa strada"

Grasso “Prosegue lotta ai clan”. ''L'arresto del latitante Giuseppe De Stefano è la dimostrazione che il contrasto alle cosche prosegue non solo con il sequestro dei beni ma anche con la cattura dei capimafia". Lo dice il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, commentando l'arresto di Giuseppe De Stefano avvenuto oggi a Reggio Calabria. Il capo della Direzione nazionale antimafia si è anche congratulato con la Polizia di Stato e con gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria che hanno eseguito il blitz. "L'opera incessante delle forze dell'ordine - conclude Grasso - prosegue per togliere uomini collusi e risorse economiche alla 'ndrangheta''.

Rosa Villecco Calipari “Lavoro straordinario”. ''L'arresto del boss Giuseppe De Stefano è la dimostrazione del lavoro costante e metodico delle forze dell'ordine e della magistratura che stanno ottenendo straordinari risultati". Lo afferma in una nota il capogruppo in commissione difesa del Partito Democratico, Rosa Villecco Calipari. "Insieme ai complimenti - aggiunge - per l'ottimo lavoro di squadra che ha portato alla cattura di un capo cosca considerato dal Ministero dell'Interno anche uno dei 30 latitanti più pericolosi voglio ringraziare le donne e gli uomini che ogni giorno sostengono e lavorano al fianco delle istituzioni per liberare il Paese dal giogo pesantissimo del controllo e della presenza mafiosa e che così stanno restituendo la sicurezza di un futuro soprattutto alla terra calabrese"

Jole Santelli: Un segnale forte "L'avere assicurato Giuseppe De Stefano alla Giustizia è un segnale forte che lascia sperare che vinceremo noi la lotta alla criminalità organizzata in Calabria". E' quanto afferma, in una nota, il deputato Jole Santelli, responsabile sicurezza di Forza Italia. "Vivissime congratulazioni alla Squadra Mobile di Reggio Calabria, guidata da Renato Cortese - prosegue Santelli - per il nuovo colpo inferto alla 'ndrangheta con l'arresto del latitante ritenuto il capo dell'omonima cosca, uno dei trenta latitanti più pericolosi per il Viminale. Questo importante arresto, che arriva dopo quello del boss Antonio Pelle coinvolto nella strage di Duisburg, premia il lavoro costante e certosino delle forze dell'ordine calabresi, che talvolta eroicamente si distinguono per i successi riportati in una terra martoriata dalla 'ndrangheta''. "E' una parte della Calabria sana - prosegue Santelli - che mi onoro di rappresentare in Parlamento e che aspetta di essere liberata dalla schiavitù della criminalità organizzata per alzare la testa e recuperare l'orgoglio spesso annebbiato da eventi di risonanza internazionale"

Minniti “Cattura significativa”. ''L'arresto di Giuseppe De Stefano è importantissimo". A sostenerlo, in una nota, è Marco Minniti, ministro dell'Interno del governo "ombra". "La cattura del boss - prosegue Minniti - considerato capo di una delle cosche più potenti della 'ndrangheta, inserito non a caso tra i trenta piu' pericolosi latitanti d'Italia, modifica ulteriormente a favore dello Stato la lotta contro la mafia in Calabria. Benissimo alla polizia che l'ha catturato significativamente nella periferia reggina, accanto ai territori considerati domini della sua 'famiglia'". "Congratulazioni al prefetto Manganelli, capo della polizia - prosegue ancora Minniti - al questore di Reggio, Santi Giuffré, alla Squadra mobile della città impegnati insieme alle altre forze dell'ordine in un scontro cruciale per liberare la Calabria dai condizionamenti della malavita"

Mantovano “Vertici ndrangheta indeboliti”. ''Stima e gratitudine" sono state espresse dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, al capo della Polizia, Antonio Manganelli e al questore di Reggio Calabria, Santi Giuffré, per aver assicurato alla giustizia Giuseppe De Stefano, capo dell'omonima cosca 'ndranghetista''. E' un risultato, ha sottolineato Mantovano, "che contribuisce a indebolire fortemente i vertici dell'organizzazione calabrese". "Dall'aggressione ai patrimoni illeciti ai numerosi arresti di criminali di spicco compiuti negli ultimi mesi - ha aggiunto il sottosegretario - l'efficienza, il sacrificio delle forze dell'ordine e un quadro normativo più incisivo continuano a far registrare successi nella lotta contro tutte le mafie".

Rotondi “Un duro colpo”. ''Complimenti al ministro degli Interni, Maroni, al Capo della Polizia, Prefetto Manganelli, e a tutti gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria per questa ennesima brillante operazione nella lotta alla criminalità organizzata".Lo dichiara il segretario della Dc autonomie, l'on. Gianfranco Rotondi. "E' un duro colpo - dice Rotondi - per la 'ndrangheta che fa seguito ad altri sul fronte della mafia e della camorra''.

Napoli “Serve adeguata attività di contrasto”. La componente della commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli, in una nota evidenzia che la cattura del latitante Giuseppe De Stefano e' un "importante abbattimento del potere delle cosche mafiose". "Non v'é dubbio - aggiunge - che la cattura di latitanti, peraltro quale quella della "caratura" del boss Giuseppe De Stefano, va a merito della capacità investigativa delle Forze dell'Ordine, in questo caso degli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Reggio Calabria". "Tuttavia - prosegue Napoli - il lungo tempo di latitanza, gli agi degli appartamenti nei quali vivono, la permanenza sul territorio di residenza, la possibilità di movimento e di rapporto con le rispettive famiglie, il mantenimento del "dominio" su ogni attività, impongono un'analoga attività di contrasto per colpire tutti coloro che con le varie coperture favoriscono i criminali"

Loiero “Un successo delle istituzioni”. ''E' un'operazione importante, un altro successo delle istituzioni contro la criminalità organizzata in Calabria". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero a proposito dell'arresto di Giuseppe De Stefano. "La nostra regione - ha proseguito Loiero -, grazie all'azione di valenti magistrati e forze dell'ordine, che vanno ringraziati da tutti i calabresi onesti, si sta liberando lentamente da un male che la opprime da troppo tempo"

Le reazioni. ''Vive congratulazioni" a Maroni, a Manganelli e alla Polizia sono state espresse dal segretario della commissione Antimafia, Gianpaolo Vallardi dopo l'arresto a Reggio Calabria di Giuseppe De Stefano, ritenuto il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta. ''La lotta alle mafie da parte del governo - commenta Vallardi - si sta dimostrando molto efficace e l'arresto di questo latitante è un segnale importante, andando ad indebolire una delle cosche più feroci del reggino. Il giro di vite del ministero dell' Interno e l'alta professionalità delle nostre forze dell' ordine si stanno dimostrando molto efficaci e questo é un segnale importantissimo per i cittadini, per le imprese, per la società civile. La Lega Nord plaude dunque a questa importante operazione che indirettamente indebolisce anche le ramificazioni mafiose nel nord del Paese". La Presidenza provinciale di Azione Giovani Reggio Calabria esprime viva soddisfazione per l'arresto di Giuseppe De Stefano, latitante di spicco di una delle consorterie mafiose più influenti e pericolose della città. Un plauso e un ringraziamento particolari vanno tributati al dottor Renato Cortese, ai suoi uomini e a tutti i silenti servitori dello Stato per lo straordinario lavoro che in quest'ultimo anno stanno compiendo per consegnare alle patrie galere il maggior numero possibile di esponenti delle 'ndrine''. Con l'arresto di Giuseppe De Stefano lo Stato ha portato a termine oggi a Reggio una nuova operazione di enorme importanza nella lotta contro la criminalità organizzata in Calabria. Italia dei Valori ringrazia e si congratula con la Polizia di Stato e con gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria per l'incessante opera che continua a svolgere quotidianamente raggiungendo risultati di straordinaria rilevanza, frutto di un lavoro di investigazione costante e di eccezionale professionalità. www.idvcalabria.it Ancora un altro plauso e le più vive congratulazioni da parte de la Destra Calabria e del consigliere regionale, Gabriele Limido alla squadra mobile di Reggio Calabria e al suo dirigente, Renato Cortese, per la brillante operazione che ha portato alla cattura del boss della città, Giuseppe De Stefano. Dopo la cattura di Nirta, boss di san Luca, la lotta alla criminalità organizzata sta prendendo il verso giusto. Un grande risultato che esalta le capacità investigative delle nostre forze dell'ordine, tuttavia noi de la Destra ribadiamo, ancora una volta, che il contrasto alla 'ndrangheta e il controllo del territorio passa, non solo dalla cattura dei capi mafia, ma da una legislazione piu' dura, sia da un punto di vista penale che finanziaria, e da un contrasto militare adeguato. La legalità nella nostra terra si ristabilisce anche usando le maniere forti.

 

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