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Calabria terra delle Caretta-Caretta

 

Record di nascite di tartarughe Caretta-Caretta in Calabria

25 ago 08 L'estate 2008 rimarrà memorabile per la schiusa record di tartarughe marine Caretta caretta sulla spiaggia di Sant'Andrea Apostolo dello Ionio (Catanzaro), dove le nascite hanno sfiorato il 90% sulle 151 uova deposte, mentre in media un nido ne ospita circa un centinaio, con una schiusa del 70-80%. I gusci e le uova non fecondate verranno inviati all'Università di Tor Vergata per l'esame del Dna. E la costa ionica della Calabria si conferma il paradiso delle tartarughe marine in Italia: dal 2000 è stata registrata la nascita di oltre 3.600 piccole Caretta caretta. In questi otto anni le baby tartarughe marine sono state assistite e monitorate dalla squadra di studenti e dottorandi del progetto "Tarta care", coordinato dall'università della Calabria, che nel 2008 ha il contributo del ministero dell'Ambiente e la collaborazione del Wwf e di altre università, da Tor Vergata di Roma a Pisa e Firenze, fino all' istituto Anton Dohrn di Napoli. "Circa il 70% dei nidi segnalati in Italia sono sulla costa ionica calabrese" racconta Antonio Mingozzi, docente di zoologia dell'università della Calabria e responsabile del progetto, sempre in cerca di fondi. "Il numero dei nidi cambia di anno in anno - spiega Mingozzi - perché dipende da normali fluttuazioni della specie, cioé da quante femmine sono pronte. In generale però la popolazione tende a diminuire, visti i problemi che gli animali affrontano, in mare con le catture accidentali dei pescatori e sulle spiagge, d'estate affollate di turisti". Comunque "nonostante tutti i rischi a cui sono stagionalmente sottoposte - continua Mingozzi - in Calabria registriamo un successo della schiusa elevato rispetto alle altre zone, cioé il numero di nati rispetto a quello dei nidi". La sabbia calabrese pare sia ottimale, visto che "il tempo di incubazione, in genere di 55-60 giorni, sulla costa ionica è tra i 45 e i 50 giorni" spiega l'esperto. Se i nidi individuati dal progetto non sono a rischio, non vengono "pubblicizzati", mentre alcuni vengono recintati con pannelli di spiegazione, un modo per sensibilizzare le persone al problema di questa specie a rischio di sopravvivenza. "Abbiamo avuto anche oltre 150 persone ad assistere alla schiusa - racconta Mingozzi - che avviene in genere fra agosto e settembre, mentre la nidificazione è fra giugno e luglio. Nell'arco di otto anni abbiamo monitorato oltre 70 nidi". Secondo Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente "la nascita delle tartarughe in Calabria indica che ci sono le condizioni naturali per le ovodeposizioni. Un segnale importante che va raccolto per promuovere sempre più un nuovo Mezzogiorno con scelte che valorizzino la natura, la cultura del mare e le coste del sud". Ma per le Caretta caretta la vita non è facile. "Ogni anno si stima siano oltre diecimila gli esemplari uccisi nel Mediterraneo a causa delle catture accidentali" spiega Paolo Casale, responsabile del progetto tartarughe marine del Wwf, che ha lanciato una campagna di distribuzione di tremila t-shirt ai pescatori fra Puglia, Sicilia e Calabria. "Sulle magliette diamo istruzioni utili in due casi - spiega Casale - se si utilizza il palangrese derivante oppure la rete a strascico". Il primo si usa per pesce spada, tonni e squali ed è una lunga lenza con una fila di ami. "In questo caso - afferma Casale - occorre tagliare la lenza vicino alla bocca dell'animale". Nel secondo caso invece la rete opera sul fondo e si usa per la pesca di paranza, triglie, crostacei, merluzzo. In questa ipotesi "l'importante - aggiunge l'esperto Wwf - è non gettare subito in mare le tartarughe marine, che dopo un'apnea forzata sono in stato 'comatoso' e rischiano di annegare. In pratica hanno bisogno di respirare sulla barca per riprendersi".

La scheda: Le tartarughe marine Caretta caretta, che in questo periodo vedono schiudersi le uova e correre i piccoli verso il mare, appartengono ad una specie inserita come 'minacciata' nella lista rossa dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn). Ecco un identikit del Wwf, che nell'estate 2008 ha lanciato una campagna per aiutare i pescatori alle prese con catture accidentali di questi animali:
DOVE VIVE: nelle acque degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico e in Mediterraneo e Mar Nero. Nel Mediterraneo la specie è seriamente minacciata, a causa dell'impatto dell'uomo nelle spiagge di nidificazione e della pesca;
RIPRODUZIONE: raggiunta la maturità sessuale, all'età di circa 30 anni, si spostano verso siti riproduttivi distanti centinaia o anche migliaia di chilometri. Le femmine compiono questo viaggio circa ogni 3 anni, mentre i maschi tutti gli anni. La femmina sale sulla spiaggia di notte, per evitare sia le elevate temperature diurne sia alcuni predatori;
SITI DEPOSIZIONE: in Grecia, Turchia, Cipro, Libia. In Italia, se i nidi deposti ogni anno sono solo alcune unità (contro più di 6.000 dell'intero Mediterraneo), i mari attorno alla penisola rivestono grande importanza per le popolazioni del bacino;
UOVA: in ogni nido la femmina depone un centinaio di uova che si schiudono circa due mesi più tardi. A temperature maggiori di 29 gradi il tempo di incubazione si riduce e la percentuale di femmine aumenta, mentre il contrario accade a temperature inferiori;
I PICCOLI: i neonati escono di notte e una volta in acqua nuotano ininterrottamente per tre giorni, per allontanarsi dai predatori. Si nutrono di animali che vivono vicino la superficie dell'acqua, come le meduse. Dopo un periodo che può variare da pochi anni a più di 10, le tartarughe si spostano su un'area a basso fondale dove si nutrono di animali che vivono sul fondo, come granchi e ricci. Rimarranno in quest'area per tutta la vita eccetto durante le migrazioni riproduttive.

Legambiente “Ora tutelare l ecoste”. "La nascita delle tartarughe in Calabria segnala che ci sono le condizioni naturali per le ovodeposizioni. Un segnale importante che va raccolto per promuovere sempre più un nuovo Mezzogiorno con scelte che valorizzino la natura, la cultura del mare e le coste del sud". Così Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente ha commentato la schiusa da record delle tartarughe Caretta caretta sulla spiaggia di Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, in Calabria. "Negli ultimi anni sono stati davvero numerosi i casi di ovodeposizione e nascita di tartarughe marine Caretta caretta sulle coste del Mezzogiorno, dello Jonio dalla Puglia alla Calabria, nel basso Adriatico pugliese ed il Tirreno fino al Cilento. Questo fenomeno, che in natura avviene con una frequenza maggiore di quanto possiamo osservare - ha sottolineato Nicoletti - va monitorato maggiormente, migliorando la gestione e la tutela delle nostre coste, coinvolgendo in questo lavoro le amministrazioni locali e gli operatori turistici". E' più che mai necessario, quindi, ha concluso l' esperto di Legambiente realizzare "un grande progetto per i mari del sud da promuovere con il ministero dell'Ambiente, le regioni e le aree protette che possa sfruttare le risorse comunitarie in maniera più efficace".

 

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