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Cronaca
Inchiesta sulla depurazione. Indagato Cesa e altri otto.

 

Inchiesta depurazione: partiti gli avvisi di garanzia. In corso accertamenti bancari

16/03 Secondo fonti d’agenzia, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso un' informazione di garanzia nei confronti del segretario dell' Udc, Lorenzo Cesa, nell' ambito dell' inchiesta sui presunti illeciti nella gestione in Calabria dei finanziamenti della depurazione delle acque. Nei giorni scorsi si era appreso dell' iscrizione di Cesa nel registro degli indagati. L' ipotesi di reato nei confronti del segretario dell' Udc e' di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell' Unione europea e dello Stato, soggetti erogatori dei finanziamenti che sarebbero stati utilizzati in modo illecito. L' informazione di garanzia e' stata emessa sulla base dell' esito della perquisizione effettuata sabato scorso a Roma nella sede della Global Media, una societa' specializzata nel settore della grafica e della pubblicita' che in passato e' stata di proprieta' di Lorenzo Cesa ed oggi intestata a Matteo Cesa, legato da rapporti di parentela con il segretario dell' Udc. La perquisizione ha portato al sequestro di una corposa documentazione amministrativa e di materiale riconducibile anche all' attivita' politica svolta da Cesa. Il materiale di carattere contabile ed amministrativo viene ritenuto utile dalla Procura della Repubblica di Catanzaro per il prosieguo delle indagini, che per quanto riguarda il segretario dell' Udc riguardano, in particolare, l' utilizzo di un finanziamento di cinque milioni di euro per la realizzazione di uno stabilimento industriale a Mangone, in provincia di Cosenza, per la produzione di dvd che non e' mai entrato in funzione.

Cesa precisa: Nessun avviso di garanzia ricevuto

16/03 ''L'onorevole Lorenzo Cesa non ha, a tutt'oggi, ricevuto alcuna informazione di garanzia se non quelle lette attraverso gli organi di stampa. Lo stesso Cesa ha dato mandato ai suoi legali, il Prof. Avv. Vincenzo Nico D'Ascola e l'Avv. Stefano Franzi', di depositare una denuncia contro ignoti per la grave fuga di notizie che lo ha riguardato''. Lo rende noto l'ufficio stampa dell'Udc, con riferimento all'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione in Calabria dei finanziamenti della depurazione delle acque.

In corso accertamenti bancari

16/03 I carabinieri del Reparto operativo di Catanzaro stanno eseguendo una serie di accertamenti in alcuni istituti di credito nell' ambito dell' inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dei finanziamenti comunitari e statali nel settore della depurazione delle acque. Gli accertamenti sono stati disposti dai due magistrati che stanno conducendo l' inchiesta, i sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris ed Isabella De Angelis, che hanno anche emesso l' informazione di garanzia nei confronti del segretario dell' Udc, Lorenzo Cesa, in relazione all' utilizzo di un finanziamento, nell' ambito dei fondi Por 2000-2006, per la realizzazione di uno stabilimento industriale a Mangone. Gli accertamenti bancari vengono eseguiti in due istituti di credito calabresi e riguardano alcuni conti correnti riconducibili ad alcune delle persone indagate nell' inchiesta al fine di verificare la destinazione di alcune somme di denaro rientrati nei finanziamenti gestiti dalle societa' che hanno ottenuto appalti nel settore della depurazione delle acque. Dalle indagini sarebbero emersi, tra l' altro, rapporti economici tra la Global Media, societa' gia' di proprieta' di Lorenzo Cesa, e una delle imprese destinatarie dei finanziamenti nel settore della depurazione.

Pianimpianti precisa: Mai avuti finanziamenti

''Nel settore della depurazione delle acque in Calabria, Pianimpianti non ha mai, proprio mai, avuto finanziamenti pubblici, ne e' mai stata aggiudicataria di una qualsiasi gara''''. Lo afferma, in una nota, Pianimpianti spa in relazione all' inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. ''Probabilmente - si aggiunge nella nota - si e' equivocato il significato di un rispettoso silenzio in presenza di iniziative giudiziarie e lo si e' malamente interpretato come un' implicita e tacita ammissione. Adesso, pero', e' arrivato il momento di dire basta. D' ora in poi non saranno piu' tollerate ulteriori distorsioni della verita', lesive della reputazione della societa', che quindi tutelera' in tutte le sedi competenti i propri diritti''.

 

 

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