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Catturato il boss Arena

Preso il presunto boss Arena, da anni al centro di una guerra di mafia. Sfuggi ad un agguato con il bazooka. Loiero: Un duro colpo alla cosca Arena”. Lumia: Senza soste la lotta alle cosche

13/04 Si e' conclusa in una azienda casearia di Sorbo San Basile, nella sila catanzarese, la latitanza di Giuseppe Arena, di 40 anni, ritenuto il capo dell'omonima cosca di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, e del suo luogotenente, Francesco Gentile, 47 anni. I due, ricercati dal febbraio scorso perche' destinatari di una ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere di tipo mafioso, sono stati individuati nella notte dai carabinieri ed arrestati. Nel corso dell'operazione, che e' stata compiuta congiuntamente dai carabinieri del Ros, da quelli del comando provinciale di Catanzaro e dal gruppo eliportato ''cacciatori di Calabria'', e' stato arrestato anche l'imprenditore Santo Gigliotti, di 47 anni, marito della titolare dell'azienda casearia di Sorbo San Basile all'interno della quale si trovava l'abitazione in cui si nascondevano Arena e Gentile. L'uomo e' stato trovato in possesso di due fucili con matricola cancellata e di numerose munizioni calibro 12 e calibro 9. Gigliotti e' stato denunciato anche per favoreggiamento nei confronti dei due latitanti. Le armi trovate dai carabinieri ora saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare se sono state utilizzate. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si e' svolta stamane a Catanzaro ed alla quale hanno partecipato il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Lanzillotta, il comandante del reparto operativo, ten.col. Francesco Iacono, il procuratore generale, Domenico Pudia, ed il sostituto procuratore della Dda, Gerardo Dominijanni. Al momento dell'irruzione nell'azienda casearia, Arena si trovava su un balcone e stava fumando, mentre Gentile stava guardando un programma televisivo. L'azienda casearia dove si nascondevano Arena e Gentile si trova in una zona montana della Sila Piccola catanzarese ed e' circondata da un bosco. Da diverse settimane i carabinieri controllavano alcune persone che, secondo gli investigatori, avrebbero favorito la latitanza di Arena e Gentile. Dopo una serie di pedinamenti gli investigatori sono giunti ad individuare il nascondiglio dei ricercati. Nel corso della notte i carabinieri hanno avuto la certezza che i due si trovavano nell'abitazione e sono intervenuti arrestandoli. Arena e Gentile, che non hanno opposto resistenza, si sono complimentati con i carabinieri per l'operazione ed hanno voluto che venissero fotografati con loro. Nell'abitazione sono stati trovati alcuni documenti che vengono ritenuti dagli investigatori importanti per il prosieguo delle indagini e per individuare la rete di fiancheggiatori. Nell'ottobre del 2004 Giuseppe Arena era sfuggito ad un agguato nel quale fu ucciso il cugino Carmine, che allora era ritenuto il capo della cosca. I due erano a bordo di una Lancia Thema blindata e stavano rientrando nell'abitazione di Carmine Arena quando alcuni sconosciuti spararono contro il mezzo un colpo di bazooka. Carmine Arena mori' all'istante, mentre Giuseppe rimase ferito. L'agguato, secondo quanto sostengono i carabinieri del Ros, avrebbe provocato una serie di omicidi che vedono coinvolte alcune cosche della provincia di Crotone e Catanzaro. In questa guerra di mafia rientrerebbe anche, secondo i carabinieri del Ros, il duplice omicidio di Angelo ed Ettore Talarico, i due fratelli uccisi nei giorni scorsi in provincia di Arezzo. ''L'arresto dei due latitanti - ha detto il sostituto procuratore distrettuale Dominijanni - e' importantissimo. I due sono soggetti di particolare spessore criminale. Credo che saranno importanti anche gli ulteriori sviluppi delle indagini''.

Le armi sequestrate

Importante il supporto del gruppo dei cc eliportato “Cacciatori Calabria”

13/04 Lo Squadrone Carabinieri eliportato ''Cacciatori Calabria'', che ha contribuito nella notte alla cattura dei latitanti Giuseppe Arena e Francesco Gentile, e' stato istituito il primo luglio 1991 con sede a Vibo Valentia ed e' inserito nella struttura del Comando Regione della Calabria. Il reparto - secondo quanto si apprende dal sito istituzionale dell'Arma dei Carabinieri - e' ad elevatissima specializzazione, che identifica in un'unica visione operativa sia le procedure militari che le tecniche di polizia. Di supporto ai reparti territoriali dell'Arma, i ''Cacciatori'' sono rivolti esclusivamente alla lotta contro la criminalita' organizzata. L'elevato profilo professionale del reparto - e' aggiunto nel sito dei carabinieri - e' in sintonia con uno standard d'intervento tipicamente militare, che prevede l'attuazione di tecniche di controguerriglia proprie dei reparti speciali. A sostegno di tutto cio' e' anche previsto l'impiego, in simbiosi con il reparto, di elicotteri e unita' cinofile, nonche' la disponibilita' di apparecchiature ad avanzata tecnologia, tra cui sofisticati apparati di localizzazione individuale satellitare, estremamente utili in ambienti naturali difficili come le zone montuose della Calabria e della Sardegna.

Arrestato anche l’imprenditore Santo Gigliotti

Nel corso dell'operazione - e' stata condotta congiuntamente dai carabinieri del Ros, da quelli del comando provinciale di Catanzaro e dai ''cacciatori di Calabria'' - e' stato arrestato anche l'imprenditore Santo Gigliotti, marito della titolare della vasta azienda agricola e casearia, nell' agro Sorbo San Basile (Catanzaro) all'interno della quale si trovava la casa colonica in cui sono stati sorpresi Giuseppe Arena e Francesco Gentile. L'uomo, secondo quanto si e' appreso, e' stato trovato in possesso di due fucili a canne mozze con matricola abrasa e di numerose munizioni calibro 12 e calibro 9; e' stato denunciato anche per favoreggiamento nei confronti dei due latitanti.

I due lattanti hanno voluto fare una foto con i carabinieri che li hanno arrestati

I due latitanti arrestati nella notte a Sorbo San Basile, nel catanzarese, Giuseppe Arena, di 40 anni, e Francesco Gentile, 47 anni, al momento della loro cattura si sono complimentati con i carabinieri ed hanno voluto farsi ritrarre in fotografia in loro compagnia. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si e' svolta stamane a Catanzaro ed alla quale hanno partecipato il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Lanzillotta, il comandante del reparto operativo, ten.col Francesco Iacono, il procuratore generale, Domenico Pudia, ed il sostituto procuratore della Dda, Gerardo Dominjanni. Al momento dell'irruzione nell'azienda casearia, secondo quanto si e' appreso, Arena si trovava su un balcone e stava fumando, mentre Gentile stava guardando un programma televisivo. L'azienda casearia dove si nascondevano Arena e Gentile si trova in una zona montana della Sila Piccola catanzarese ed e' circondata da un bosco. Da alcune settimane i carabinieri hanno controllato alcune persone che, secondo gli investigatori, avrebbero favorito la latitanza di Arena e Gentile. Nel corso della notte si e' avuto la certezza che i due si trovassero in una abitazione adiacente all'azienda casearia ed i carabinieri sono intervenuti arrestandoli. I carabinieri, nell'abitazione dove si nascondevano Arena e Gentile, hanno trovato alcuni documenti che vengono ritenuti importanti per il prosieguo delle indagini e per individuare la rete di fiancheggiatori che avrebbero favorito la latitanza dei due. ''Per la cattura di Arena e Gentile - ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro - e' stato importante e rilevante il supporto dei militari dello squadrone 'Cacciatori' che sono riusciti, nonostante la zona impervia, ad eseguire l'attivita' investigativa e quella della cattura in modo rapido''.

Arena sfuggì nel 2004 ad un agguato con un bazooka

Uno dei due latitanti arrestati, Giuseppe Arena, di 40 anni, ritenuto il capo dell'omonima cosca di Isola Capo Rizzuto, nell'ottobre del 2004 era sfuggito ad un agguato nel quale fu ucciso il cugino Carmine, allora capo della cosca. I due erano a bordo di una Lancia Thema blindata e stavano rientrando nell'abitazione di Carmine Arena quando alcuni sconosciuti spararono contro il mezzo un colpo di bazooka. Carmine Arena mori' all'istante, mentre Giuseppe rimase ferito. L'agguato, secondo quanto sostengono i carabinieri, avrebbe provocato una serie di omicidi nati per contrasti tra esponenti delle cosche di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, che si contendevano il controllo delle attivita' illecite.

PM Dominijanni “I due latitanti sono personaggi pericolosi”

''L'arresto dei due latitanti compiuto dai carabinieri nella notte e' importantissimo. Si tratta infatti di due personalita' pericolose che erano sfuggite alla cattura nel febbraio scorso''. E' quanto ha detto il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati i particolari della cattura di Giuseppe Arena e Francesco Gentile. ''I due sono soggetti di particolare spessore criminale - ha aggiunto - perche' si tratta del capo della cosca e del suo luogotenente. Saranno sicuramente importanti anche gli sviluppi delle indagini che hanno portato all'arresto dei due latitanti. Gli Arena, secondo quanto emerge dalle nostre indagini, sono il gruppo di riferimento delle cosche del catanzarese e quindi posso contare su innumerevoli appoggi''.

La famiglia Arena al centro della guerra tra le cosche

Per diversi anni la cosca degli Arena di Isola Capo Rizzuto e' stata protagonista di una serie di scontri con altri gruppi della criminalita' organizzata del crotonese. Dopo un lungo periodo di tranquillita', secondo quanto ipotizzano i carabinieri dei Ros, la guerra tra cosche avrebbe provocato il recente duplice omicidio dei fratelli Talarico, i cui cadevere sono stati trovati in provincia di Arezzo il 10 aprile scorso. La faida avrebbe avuto inizio, secondo una ricostruzione fatta dai Ros, dopo un agguato compiuto nell'ottobre del 2004 nel quale fu ucciso Carmine Arena e fu ferito il cugino Giuseppe. In particolare, nel 2003, la scarcerazione di Antonio Dragone, capo dell' omonima cosca operante a Cutro, aveva determinato l' inizio della conflittualita' con Nicola Grande Aracri che, durante il periodo di detenzione di Dragone, aveva assunto la direzione del clan dando vita ad una scissione della cosca e alla costituzione di un gruppo autonomo. I primi segnali della controffensiva della cosca ''Dragone'' venivano con gli omicidi di Claudio Rizzuti, il cui cadavere veniva trovato carbonizzato nelle campagne di Cutro il 18 gennaio 2004, e di Sergio Iazzolino, vittima di un agguato mafioso a Steccato di Cutro il 5 marzo 2004. La discesa in campo di Carmine Arena - secondo gli investigatori - avrebbe portato successivamente all' allargamento del conflitto e al coinvolgimento di altre 'ndrine. Cosi', a fianco dei Dragone-Arena, si schieravano le cosche Trapasso e Mannolo, mentre la famiglia ''Grande Aracri'' veniva appoggiata dal clan ''Nicoscia''. Tale contrapposizione si estendeva anche alla presila catanzarese dove entravano in conflitto il clan Bubbo, legato agli Arena, e le cosche Pane e Carpino, collegate a Grande Aracri. Tra i principali fatti di sangue collegati allo scontro tra i due schieramenti ci sono l' omicidio di Salvatore Blasco, elemento di spicco della cosca Grande Aracri, avvenuto il 22 marzo 2004 a Cutro; il duplice omicidio di Rocco Corda e Bruno Ranieri, affiliati al clan Nicoscia, compiuto a Isola Capo Rizzuto il 6 maggio 2004; l' omicidio di Francesco Scerbo, affiliato alla cosca Arena, avvenuto il 22 agosto 2004 in San Leonardo di Cutro; il tentato omicidio di Michele Pugliese, anch' egli affiliato agli Arena, perpetrato il 2 settembre 2004 ad Isola Capo Rizzuto; l' omicidio di Gaetano Ciampa', genero di Antonio Dragone, ucciso il 23 settembre 2004 in Crotone; il duplice omicidio di Maurizio Ferraro e Felice Onofrio, appartenenti alla cosca Pane, assassinati il 17 agosto 2005 e l' agguato del 19 settembre 2005 nei confronti di Sergio Pisani, che rimaneva ucciso, e Tommaso Bubba, entrambi affiliati a Grande Aracri.

Loiero: Un duro colpo alla cosca Arena”

Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha espresso compiacimento al comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro e dello squadrone ‘Cacciatori’ per l’arresto di Giuseppe Arena e Francesco Gentile, uomini di punta della cosca degli Arena di Isola Capo Rizzuto. “L’operazione messa a segno dalle forze dell’ordine – ha detto il presidente Loiero – ha inferto un duro colpo alla cosca del crotonese. La cattura dei due latitanti rappresenta un risultato importante per la lotta alla criminalità organizzata nella nostra Regione e fa ben sperare per lo sviluppo di ulteriori indagini rivolte a colpire i gruppi criminali che agiscono sul territorio”.

Lumia: Senza soste la lotta alle cosche

13/04 ''Gli arresti di oggi completano l'operazione Revenge e consegnano alla giustizia tutti i capi della cosca Arena''. E' quanto sostiene in una nota il capogruppo dei Ds in commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Lumia, circa l'arresto di Giuseppe Arena e Francesco Gentile. ''I carabinieri - ha aggiunto - confermano che l'azione contro la 'ndrangheta non conosce soste e che la macchina messa a punto dalle forze dell'ordine per la caccia ai latitanti e' sempre piu' efficiente. Spero che l'operazione consenta di andare ancora piu' a fondo per scoprire tutti i legami della cosca''.

Catturato dai carabinieri il presunto boss di Isola, Giuseppe Arena, ed il suo luogotenente

13/04 Il presunto capo della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, ed il suo luogotenente sono stati arrestati nel corso di una operazione compiuta dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e dello squadrone 'Cacciatori' e finalizzata alla cattura dei latitanti. I due arrestati sono Giuseppe Arena, di 40 anni, e Francesco Gentile, 47 anni. I due erano ricercati dal 28 febbraio scorso perche' destinatari di una ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. I due sono coinvolti nell'operazione chiamata 'Revenge' compiuta nel febbraio scorso dagli agenti della polizia di Stato I carabinieri hanno individuato Giuseppe Arena e Francesco Gentile in una azienda agricola del catanzarese. Gli investigatori hanno fatto irruzione nell'azienda quando hanno avuto la certezza della presenza dei due ricercati. Gli investigatori stanno eseguendo una serie di controlli e accertamenti nella struttura dove si nascondevano i due latitanti. I carabinieri stanno, infatti, cercando di individuare anche eventuali persone che hanno favorito la latitanza di Arena e Gentile. Nel luogo dove sono stati trovati i due latitanti i carabinieri avrebbero trovato, secondo quanto si e' appreso, del materiale ritenuto interessante per il prosieguo delle indagini. L'operazione, iniziata nelle scorse ore, non si e' ancora conclusa ed i carabinieri sono ancora impegnati in numerose perquisizioni nei confronti di esponenti della criminalita' organizzata. Sono in corso anche posti di controllo sulle principali strade della provincia di Catanzaro. Oltre alla ricerca dei latitanti i carabinieri stanno cercando anche eventuali nascondigli ed armi in uso alle cosche della 'ndrangheta. Alle attivita' partecipano anche un elicottero ed unita' cinofile. I carabinieri hanno predisposto l'attivita' perche' ritengono che in alcune zone del catanzarese potrebbero nascondersi alcuni esponenti della criminalita' organizzata che sono latitanti.

Ritrovate anche armi. In mattinata conferenza stampa

13/04 Due fucili con matricola cancellata e numerosi proiettili di diverso calibro sono stati trovati dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro nel corso dell' operazione che la scorsa notte ha portato all' arresto di due latitanti, Giuseppe Arena, di 40 anni, presunto capo dell' omonima cosca di Isola Capo Rizzuto, ed il suo luogotenente, Francesco Gentile, di 47. Sui due fucili, secondo quanto si e' appreso, saranno compiuti accertamenti balistici per verificare se sono stati utilizzati di recente. I particolari dell' operazione che ha portato all' arresto di Giuseppe Arena e Francesco Gentile saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle 11 negli uffici del Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro. Ad incontrare i giornalisti saranno il comandante provinciale, col. Giuseppe Lanzillotti, ed il comandante del Reparto operativo, ten. col. Francesco Iacono.

 

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